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Ricostruzione affreschi Cappella Ovetari

Descrizione del Progetto

Il ciclo degli affreschi della Cappella Ovetari nella Chiesa degli Eremitani a Padova, raffigurante le Storie di San Cristoforo e di San Giacomo, fu dipinto da Andrea Mantegna – insieme a Nicolò Pizolo, Antonio Vivarini, Giovanni d’Alemanna, Ansuino da Forlì e Bono da Ferrara – nell’arco di 9 anni, a partire dal 1448.
I bombardamenti del 1944 distrussero drammaticamente il capolavoro.
Dal 16 settembre la Cappella Ovetari riapre dopo un importante intervento restituito che prevede un restauro architettonico e l’eccezionale ricomposizione dell’intera parete sud.
Il modello qui proposto presenta invece la ricostruzione virtuale degli affreschi originali, basata sulla rielaborazione digitale delle fotografie disponibili scattate prima del bombardamento, provenienti dalle Arti Grafiche Amilcare Pizzi – Silvana Editoriale e dagli Archivi Alinari.
Questo lavoro non intende proporre una ricostruzione “filologica” e scientificamente rigorosa dell’opera, ma restituire l’immagine complessiva e il godimento estetico di questo importante ciclo pittorico.

Lavoro realizzato con il contributo di: Rotary Club Padova

Dettagli del progetto

Cliente: Chiesa degli Eremitani Padova
Data: 2006
Aree di Intervento: Arte, Ricostruzione Digitale affreschi
Destinazione: Manifestazione 500 anni Andrea Mantegna

La chiesa degli Eremitani dopo il bombardamento

L’affresco del Mantegna in Cappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani irrimediabilmente distrutto… Una catastrofe artistica. Secondo un comunicato degli Stati Uniti presero parte al bombardamento 111 “fortezze volanti” che sganciarono oltre 300 tonnellate di bombe su Padova che distrussero oltre la chiesa degli Eremitani anche quella di San Benedetto.

Il restauro degli affreschi da quanto è rimasto

Il lavoro di restauro della Cappella Ovetari è iniziato da subito, con il recupero dei frammenti dell’affresco del Mantegna. Alcuni pezzi però non furono mai più trovati. E ancora oggi, come un gigantesco puzzle, si tenta di ricostruire il capolavoro con le più moderne tecniche di restauro. Qualche anno fa qualcuno lasciò sull’altare della chiesa degli Eremitani una scatoletta: all’interno c’erano tre pezzi mancanti proprio dell’affresco del mantegna.

Nella Primavera del 2006 è stato inaugurato presso alcuni locali appositamente attrezzati in Palazzo del Monte di Pietà, sede della Fondazione Cassa Di Risparmio di Padova e Rovigo, un laboratorio di restauro con l’obiettivo di restituire quanto oggi possibile della parete con le Storie di San Cristoforo (Parete Sud), di cui 2 scene sono sopravvissute al crollo grazie ad uno stacco ottocentesco (Martirio di San Cristoforo e Trasporto del suo corpo decapitato) e altre dose sono già state soggette a ricomposizione presso l’Istituto Centrale del Restauro. I risultati del complesso progetto, sono stati presentati in occasione dell’apertura della mostra “Andrea Mantegna e Padova 1445 – 1460”.

Il processo seguito per la ricostruzione digitale degli affreschi si è basata sul lavoro scientifico fino ad allora realizzato grazie al quale si è potuto avere delle indicazioni molto precise sulla tipologia di cromatismi dei dipinti e delle decorazioni attorno ad essi. Piccoli frammenti ritrovati hanno fornito quindi preziose informazioni per la conclusione di questo lavoro durato quasi 1 anno.

Le immagini della ricostruzione digitale degli affreschi sono ora utilizzate su Wikipedia per illustrare il lavoro di ricostruzione degli affreschi.

Comunicazione del progetto

In occasione degli eventi per i 500 anni del mantegna, sono state create due riproduzioni stilizzate della cappella degli ovetari con l’intero lavoro di ricostruzione digitale. Una delle riproduzioni è stata posizionata nell’atrio principale della Stazione Centrale di Padova mentre la seconda ha vissuto per 2 mesi nella zona imbarchi dell’Aeroporto Marcopolo di Venezia. La gente ha potuto quindi ammirare il lavoro realizzato “immergendosi” fisicamente all’interno della struttura.

“Attraverso questo lavoro, ho avuto la possibilità di conoscere persone che, grazie alla loro passione e professionalità nel ricomporre scientificamente un lavoro altrimenti perduto per sempre, mi hanno trasportato per 1 anno intero nel meraviglioso universo dell’arte del Mantegna.”
Cesar Arroyo

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